Villa Clemente è sicuramente il risultato di diverse trasformazioni che, nel corso dei secoli, ne hanno modificato la consistenza e, più o meno radicalmente, l’aspetto esteriore, spesso mantenendo le tracce delle situazioni precedenti confuse nei segni delle nuove opere.
Parte del fascino del fabbricato risiede anche nella presenza di questi segni, testimonianza e memoria delle sue vicissitudini, in parte ancora ignote.
L’intendimento del lavori di restauro e trasformazione dell’originaria funzione in contenitore culturale è stato quello di procedere al recupero del fabbricato in oggetto, anche se, nel complesso, lo stesso versava in condizioni fatiscenti.
Nel recupero del “vecchio”, due diversi impulsi si contrappongono: quello di mantenere un atteggiamento di rispetto verso l’opera oggetto d’intervento, considerata nella sua conformazione attuale, e l’altro di assumere l’iniziativa e la responsabilità di un intervento diretto a modificare tale forma, allo scopo di destinarlo a funzioni del nostro tempo e che nel contempo ne accresca il valore dell’opera.
La tentazione di cader nel vernacolare è molto forte quando, come nel caso di Villa Clemente, ci si trova ad operare su di un organismo edilizio antico, con connotati storici ben precisi.
La tentazione grande è quella di marcare la linea di questa antichità, aggiustare, rifare, mimetizzare anche ciò che antico non è, ciò che un posto nella storia di quell’organismo non ha.
Nel recupero di Villa Clemente il progettista ha tentato di porsi due ambiziosi obiettivi: mantenere, recuperare e valorizzare la complessa morfogenesi dell’organismo edilizio storico e ricostruire le parti in evidente dissesto o le superfetazioni con materiali affini a quelli della villa ma usati in maniera evidentemente diversa affinchè possano testimoniare con la loro presenza la storia dell’edificio permettendo al contempo una agevole lettura del succedersi delle fasi storiche e costruttive dell’organismo architettonico da parte del fruitore ma non alterarne i caratteri e le peculiarità morfologiche che, se pur non esteticamente armoniche, radicano questo edificio al suo luogo, lo rendono riconoscibile nella memoria storica degli abitanti e creano un topos, una identità culturale e storica attorno a cui ritrovarsi e da preservare.
L’obiettivo principale del progetto di “recupero edificio Villa Clemente” è stata quindi la conservazione, quanto più possibile, dei segni che narrano la storia della fabbrica. Ad essi vanno ad aggiungersi altri segni, legati alle nuove opere, necessarie alla funzionalità dell’edificio e al ripristino di strutture distrutte dall’incuria del tempo.